Daniele Orsato, ormai ex arbitro di Serie A, ha ripercorso alcuni momenti della sua lunga carriera da direttore di gara.
Queste le sue parole:
“In campo l’arbitro che decide deve prendersi la responsabilità di quello che fa. All’ingresso in campo i ragazzini che ci accompagnano vogliono prendere il pallone in mano. Ma io ho questo rito: con me i bambini sono rimasti sempre a mani vuote. Il gesto è un saluto alla mia famiglia: mi dicevano che non sorrido mai in campo, che sono troppo serio, diverso dalla vita di tutti i giorni. Mi dicevano che quando andavo al VAR avevo la faccia arrabbiata. È il gesto più bello della mia vita
“.“Quando mi ha chiamato Rosetti per darmi la finale, scoppiai a piangere in camera mia
. Mio figlio rientrò in casa col cagnolino al guinzaglio e lo mollò. Mi disse solo testuali parole: “Ma ti hanno dato la finale?”. Il Mondiale in Qatar è stato il massimo della mia espressione arbitrale. Nella finale di Champions mi è mancato il pubblico. Le maglie di Neymar e Lewandowski attorno alla mia: un’immagine che non dimenticherò mai“.I tifosi del Napoli però lo ricordano soprattutto per un episodio, quello della mancata espulsione a Pjanic.